Il 18 febbraio alle ore 18.00 alla Fabbrica del Vapore a Milano, inaugura la personale dell’artista cubano Luis Gómez Armenteros
L’esposizione, sotto la direzione curatoriale di Giacomo Zaza, sostenuta dalla Fabbrica del Vapore e dall’amministrazione comunale milanese, in sinergia con U-ART-P di Bergamo, si svilupperà in due location: l’inaugurazione presso la Fabbrica del Vapore milanese il 18 febbraio, seguita dall’apertura nello spazio The Place di Bergamo il 22 febbraio.
Nel corso del 2023, Luis Gómez Armenteros ha partecipato al significativo programma di residenze artistiche Futura. Arte come risorsa esplorativa. Interagire. Deviare. Attestare, coordinato da Giacomo Zaza presso la Fabbrica del Vapore. Durante questo periodo, l’artista si è immerso in un’esperienza laboratoriale intergenerazionale, dando vita a momenti di indagine collettiva e contemplativa. Tale connessione con gli ambienti e le atmosfere della Fabbrica del Vapore ha costituito il fondamento per lo sviluppo del progetto Comanche.

L’esposizione, distribuita tra due sedi e denominata Comanche (The enemy of everyone), presenta installazioni e opere site-specific, aspirando a costituire un laboratorio evolutivo dove diversi media si intrecciano, mettendo in dialogo l’arte, la figura dell’artista, il contesto sociale e le questioni ineludibili che circondano l’espressione artistica e i modelli di fruizione. L’iniziativa, che include anche un breve soggiorno dell’artista nel febbraio 2025, pone l’accento sulle potenzialità che la dimensione concettuale ed elaborativa dell’arte può offrire nella contemporaneità. Nel lavoro di Luis Gómez Armenteros, gli elementi iconografici, provenienti da contesti eterogenei, riflettono un processo mentale e un’interazione ambientale specifica con la Fabbrica del Vapore, trasformandosi in prospettive percettive di uno spazio immaginativo accessibile a un pubblico esteso. Tale dimensione si concentra primariamente sul ruolo dell’artista nell’attualità e sulla percezione dell’arte.

Va evidenziata, in questo progetto, la centralità della ricerca e della collaborazione come elementi fondamentali per la concezione delle due esposizioni personali di Luis Gómez Armenteros. Una fase teorica iniziale di valutazioni e ricerche sul campo precede la realizzazione pratica delle mostre e degli incontri programmati alla Fabbrica del Vapore di Milano e presso U-ART-P a Bergamo (spazio The Place).
Il progetto Comanche (The enemy of everyone), articolato in due esposizioni, esplora il significato dell’arte e le condizioni della pratica artistica in una società caratterizzata tanto da tensioni e isolamenti quanto da accelerazioni e sconfinamenti. In particolare, evidenzia una pratica intermediale che trae ispirazione da molteplici discipline – dalla sociologia alla letteratura, dall’economia politica alla ricerca tecnologica e comunicativa – collocandosi sul sottile confine tra relatività e finzione, immaginario collettivo e false verità.
La versatilità del medium e delle connessioni semantiche nell’opera di Luis Gómez mette in discussione la definizione dell’arte al di là di una visione egemonica. L’elemento distintivo della sua pratica risiede nella fusione dei diversi ambiti creativi: una costante variazione e integrazione mediale. Un approccio ibrido permea l’intera sua produzione. Per Gómez, il medium rappresenta uno strumento dal carattere attivo, performativo e formativo. La sua “rimediazione” abbraccia numerosi linguaggi: dalla fotografia al video, dal disegno alla pittura e scultura, dagli interventi ambientali alla produzione di cartoline e biglietti da visita, e oltre.
Le tecniche si fondono: l’alta tecnologia si combina con la bassa definizione e il foundfootage.
Riguardo al titolo Comanche (The enemy of everyone), l’artista spiega: ““Quando ho letto il significato etimologico della parola Comanche sono rimasto completamente affascinato. Comanche deriva dalla parola Ute che significa chiunque voglia combattere con me tutto il tempo (Powell 2014), ovvero qualcuno di litigioso, ma questa parola significa anche popolo. Uno dei motivi per cui ho scelto la parola Comanche per il progetto in Fabbrica del Vapore è la condizione di nomadismo di questo popolo. Una condizione generata dall’incontro con la cultura occidentale. Ed è un imperativo nella mia pratica, in quanto meticcio. Inoltre il nomadismo non solo converge nel mio lavoro per la sua condizione sperimentale, ma anche per la piega che ha preso la mia vita di oggi come emigrante. Nel fenomeno Comanche troviamo numerosi altri riferimenti. A esempio l’idea del nemico di tutti, del visto e del vedere se stessi (egocentrismo e narcisismo), e i conflitti nella politica dell’arte in cui tutti vogliono essere intoccabili o essere sotto lo sguardo di un critico mite.“
Il curatore Giacomo Zaza osserva: “L’opera di Luis è turbata continuamente dalla consapevolezza di alcune regole giocate non su rapporti di carattere etico, ma su speculazioni economiche e sociali. Questa inquietudine lo conduce a elaborare uno sguardo ironico tagliente che si pone su un versante di osservazione parallela del mondo. A volte è uno sguardo che esprime una denuncia tragicomica, amara e ironica (come ad esempio nell’opera video Sparring Partner), soprattutto quando l’attenzione ricade su quelle pratiche artistiche che soddisfano solo la propria vanità a scapito dell’impegno e della ricerca. Inoltre Luis Gómez avverte il pericolo della chiusura acritica di un gruppo culturale dentro un determinato recinto linguistico sociale, politico. Una chiusura che in un certo qual modo è richiamata dal fenomeno Comanche di cui parla l’artista.“
Nelle due sedi espositive (Milano e Bergamo), l’artista presenterà una selezione di opere, alcune inedite e altre caratterizzate nell’ultimo decennio da una straordinaria “libertà di coscienza” e da un’analisi dei meccanismi contradditori della sfera artistica. L’esposizione includerà Exclusión por silencio, Geist, Even if we are not here, Trata o tratado, A Fuzzy Guy – percorsi dedicati alla generazione di pensieri visivi.

Il progetto si arricchisce di alcuni talk presso la Fabbrica del Vapore e U-ART-P di Bergamo durante il periodo espositivo, e di una pubblicazione monografica su Luis Gómez Armenteros contenente contributi inediti di Giacomo Zaza, Maria Fratelli, Michela Casavola, Jorge Fernández Torres, Suset Sánchez, Omar-Pascual Castillo.
Le esposizioni, ad ingresso gratuito, saranno accessibili:
- Alla Fabbrica del Vapore fino al 5 aprile 2025: da martedì a domenica, dalle 14.30 alle 19.30, con possibilità di visite mattutine (11:00-13:00) su prenotazione.
- Presso The Place fino al 20 aprile, su appuntamento.
Biografia
Luis Gómez Armenteros vede la luce a La Habana nel 1968. Nel 1980 inizia il suo percorso alla Escuela Elemental de Artes Plásticas, dove studia con rinomati docenti e artisti, tra cui Juan Francisco Elso Padilla, Emilio Rodríguez ed Eva Rojas. La sua formazione prosegue all’Academia de San Alejandro (1983-1987) e all’Instituto Superior de Arte (ISA) (1987-1992). Durante i primi anni partecipa a diverse esposizioni, incluse Raíces en Acción, curata da Gerardo Mosquera al Museo Carrillo Gil di Città del Messico, e No por mucho Madrugar amanece más temprano presso la Fototeca de Cuba. Nel 1988 prende parte all’iniziativa “La Plástica Joven se dedica al Baseball” a La Habana.
Nel 1990 si trasferisce temporaneamente in Messico, dove espone con Carlos Cárdenas e Fernando García in spazi come La Agencia, NinArt e il Centro Cultural San Ángel. Al rientro, inaugura la sua prima personale, Visión del dolor (1991), al Centro de Desarrollo de las Artes Visuales. Le sue opere appaiono in varie manifestazioni, dalla IV Bienal de la Habana ad Art in Configura (Germania) e Los Hijos de Guillermo Tell (Caracas e Bogotà). Grazie al sostegno della Fondazione Peter Ludwig, ottiene una residenza ad Aquisgrana (Germania) nel 1992. Rappresenta nuovamente Cuba alla Biennale di Venezia nel 2015 e l’anno successivo partecipa alla mostra Cuba. Tatuare la storia al PAC di Milano.
Il 2017 segna la sua prima personale al Museo Nacional de Bellas Artes di Cuba e alla galleria Diana Lowenstein di Miami. Dal 2004 insegna all’Instituto Superior de Arte e dal 2007 dirige il Laboratorio di New Media. Tiene lezioni e workshop in diverse istituzioni accademiche internazionali, tra cui l’Universidad Europea di Madrid, l’Universidad de Arte di Malaga, la University of Calgary in Canada e le Università Statali dell’Indiana e dell’Arizona. Le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche, incluse quelle del Museum Ludwig (Germania), del Museo de Bellas Artes (Cuba) e del Wakita Museum (Giappone).
