I fattori arcani di Pieru, come si capisce già dal titolo, sono il mio tentativo di partecipare alla gara-test dei fattori arcani.
Si tratta di una gara e di un caso di studio allo stesso tempo in cui si cerca di studiare come funzionano i motori di ricerca. Il test in sè è semplicissimo, come le sue regole: all’inizio di gennaio GiorgioTave sul suo forum ha indetto una gara invitando tutti a partecipare. Ha scelto due parole realemente esistenti della lingua italiana ma poco utilizzate sul web, almeno accopppiate tra loro.
Infatti si voleva utilizzare una serp “pulita” sia per evitare di trovare dei risultati alterati nel corso del test e quindi partire da una situazione vergine, sia per non “disturbare” altri siti effettivamente presenti nel web e legittimamente posizionati per quella chiave.
La scelta (assolutamente geniale a mio parere) è stata di utilizzare come parole chiave fattori arcani che al momento dell’inizio della gara aveva sì e no una ventina di pagine in Google per quel risultato.
Come il suo ideatore la chiave è allo stesso tempo ironica e geniale, seira e faceta. La parola “fattori” infatti ricorda stubito che per studiare i motori di ricerca non si può prescindere dalla matematica e che le componenti in gioco sono molteplici.
Con il termine “arcani” invece Giorgio è riuscito a riassumere tutto quello che varca il confine della scienza per entrare nell’universo della magia e della superstizione e che spesso accompagna chi si occupa di posizionamento nei motori di ricerca.
Il posizionamento infatti non è una scienza esatta nel senso che i fattori in gioco sono talmente tanti che alcuni comportamenti sono difficilmente prevedibili e tantomeno ripetibili, allontanandosi quindi dalla scienza in senso galileiano moderno come siamo abituati a considerarla noi. Questo però non significa che ottenere buoni risultati con i motori di ricerca richieda macumbe, voodoo e magia nera, come invece tanti tendono a fare.