La provincia della Spezia è una provincia italiana della Liguria, geograficamente la più orientale della regione, con capoluogo La Spezia e 221 663 abitanti.
Confina ad ovest con la città metropolitana di Genova, a nord con l’Emilia-Romagna (provincia di Parma), ad est con la Toscana (provincia di Massa e Carrara), mentre a sud è bagnata dal mar Ligure.
Napoleone, con un decreto dell’11 maggio 1808, dichiarò la Spezia capoluogo del Settimo Dipartimento marittimo e, successivamente, Sottoprefettura marittima con a capo il sottoprefetto Santorre di Santarosa. Il Generale riconobbe subito la posizione strategica del golfo, sul quale nutriva ambiziosi progetti militari: la Spezia infatti sarebbe dovuta diventare la piazzaforte marittima dell’impero. Nel 1814 fu occupata dagli austriaci ed il Congresso di Vienna segnò il passaggio definitivo del territorio ligure ai Savoia.
Sotto il regno sabaudo la Spezia fu capoluogo della provincia di Levante, comprendente 29 comuni. Durante il risorgimento Cavour avviò quello che era già stato un obiettivo di Napoleone vale a dire la costruzione di un arsenale e di un porto militare (1869). In quegli anni il golfo assunse anche una forte dimensione di turismo d’élite, in virtù delle sue bellezze naturali e delle attività recettive di grande lusso come gli alberghi Grande Bretagne, Croce di Malta e la Locanda di Odessa. Il Croce di Malta fu per molti anni luogo di soggiorno del re sabaudo.
La costituzione della Provincia della Spezia venne approvata con regio decreto, a firma del Re Vittorio Emanuele III, il 2 settembre 1923, con decorrenza dal 21 dicembre. L’erezione a capoluogo della città ligure si inquadrava, come nei contemporanei casi di Pola e Taranto, nel solco del principio fascista della proiezione marittima dello Stato italiano, ben rappresentato dall’arsenale militare spezzino.
In quegli anni la provincia fu teatro di ferventi scontri; tra i tanti si ricordano i “Fatti di Sarzana” del 21 luglio 1921, in cui furono respinte dalla popolazione e dai carabinieri della locale stazione le colonne di fascisti provenienti dalla vicina Toscana, che contribuì alla nascita della nuova provincia coi comuni di Rocchetta di Vara e Calice al Cornoviglio.
Durante la Seconda guerra mondiale la città della Spezia fu pesantemente colpita dai bombardamenti, a causa della presenza dell’arsenale, delle industrie pesanti e del porto, ma anche di obbiettivi militari di interesse come la sede del XXI Fanteria e della Xª Flottiglia MAS. Nel periodo tra il 1943 e il 1945, l’intero territorio fu teatro della resistenza partigiana, attiva soprattutto nelle valli della Magra e del Vara. Il 25 aprile 1945, i maggiori centri urbani erano già nelle mani delle brigate partigiane all’arrivo delle prime colonne statunitensi. Alla fine della guerra il capoluogo fu in larga parte ricostruito, come anche il resto del territorio duramente segnato dal conflitto.
La prima amministrazione democraticamente eletta risale al 10 giugno 1951, data dell’insediamento del consiglio provinciale. Tale organo non fu in grado di esprimere un Presidente di Giunta e quindi fu necessario il commissariamento dell’ente, fino al 25 maggio 1952, data delle elezioni che portarono ad avere la prima amministrazione nata dal consenso popolare. La Giunta fu presieduta dall’ex sindaco spezzino della Liberazione, Agostino Bronzi.
La Provincia della Spezia è tra le istituzioni insignite della Medaglia d’Oro al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.
Descrizione araldica dello stemma:
« D’azzurro, alla torre quadrata aperta e finestrata dal campo, al naturale, di pietra a due palchi merlati alla ghibellina, rispettivamente di nove e sette pezzi, nell’inferiore munito ad ogni angolo di garitta, la torre fondata su un monte di tre cime di verde e sostenente un’aquila romana coronata d’oro, a volo spiegato e con la testa rivoltata, di nero, cucita, col capo di nero, coricato di un crescente d’argento, sormontato da una stella a otto punte, d’oro »
Lo stemma ufficiale è stato approvato con l’apposito decreto datato al 25 ottobre del 1928.
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