La provincia di Chieti è una provincia italiana dell’Abruzzo di 392.814 abitanti. Si estende su una superficie di 2.588,35 km² e comprende 104 comuni.
È la provincia più popolata d’Abruzzo e la seconda per estensione; confina a nord-ovest con la provincia di Pescara, a sud-ovest con la provincia dell’Aquila e con il Molise (a sud provincia di Isernia e a sud-est provincia di Campobasso). A nord-est è bagnata dal Mare Adriatico. La provincia è chiamata anche provincia teatina, per l’antico nome di Chieti, Teate, da cui deriva anche il nome degli abitanti del capoluogo, teatini.
La provincia di Chieti venne istituita con l’Unità d’Italia, nel 1860, succedendo alla provincia dell’Abruzzo Citra del Regno delle Due Sicilie.
Inizialmente era suddivisa nei circondari di Chieti, di Lanciano e di Vasto.
Nel 1927 parte del territorio provinciale venne distaccato ed assegnato alla nuova provincia di Pescara.
La provincia di Chieti presenta un territorio prevalentemente collinare e montano, con un’orografia molto varia. Il territorio è caratterizzato da un susseguirsi di valli parallele, nella maggior parte delle quali scorrono corsi d’acqua di varia portata. Nella parte più settentrionale il paesaggio si presenta più aspro e disabitato, nella parte meridionale, più dolce e ricco di piccoli insediamenti sparsi. Il territorio pianeggiante è presente solo in corrispondenza delle valli. Le principali sono la Val Pescara e la Val di Sangro. Nella provincia si trova anche buona parte del massiccio della Majella (2.793 m s.l.m.), il secondo degli Appennini per altezza. I principali fiumi sono l’Alento, l’Aterno-Pescara, l’Aventino, il Sangro, il Foro, il Sinello e il Trigno.
A delimitare il territorio provinciale è a nord il fiume Pescara, che segna il confine con la provincia omonima. A nord-est è bagnato dal Mar Adriatico. A sud-est il fiume Trigno, che segna il confine anche con la regione Molise (provincia di Campobasso). A sud ovest vi è il fiume Sente a separare la provincia di Chieti con la provincia di Isernia. Da sud-ovest a nord-ovest, il confine è segnato prima dal monte Secine e successivamente dai monti della Majella.
Molte zone della superficie presentano aree boschive. Per questo nella provincia vi sono molte riserve naturali, atte a salvaguardare, valorizzare e promuovere il patrimonio di boschi che vanta il territorio. Nella zona meridionale si trovano ampie superfici coperte da abeti, con due riserve naturali. In prossimità della costa vi è una lecceta, interessata dalla Riserva naturale guidata Lecceta di Torino di Sangro. Presso la Maiella, territorio compreso nell’omonimo Parco Nazionale, la flora è ricca di numerose piante pregevoli, come l’Acero di Lobel, la Betulla, il Pino Nero di Fara San Martino e il Faggio, grazie al selvaggio ambiente incontaminato.
I fiumi
La provincia, grazie ai fenomeni carsici delle montagne ed in particolare della Majella, è molto ricca di risorse idriche, in prevalenza sotterranee. Tuttavia sono presenti anche numerosi corsi d’acqua in superficie, i cui principali sono l’Aterno-Pescara, il Sangro e il Trigno, ma altri fiumi importanti sono l’Alento, l’Aventino, il Foro e il Sinello. Minori sono invece il Dendalo, il Feltrino, l’Osento, il Sente, il Treste e il Venna.
Una caratteristica negativa che accomuna quasi tutti i fiumi della provincia teatina è l’elevato tasso di inquinamento, che in alcuni casi risulta particolarmente elevato, come per il fiume Pescara, le cui condizioni sono aggravate dalla presenza di una discarica tossica, ritenuta addirittura la più grande d’Europa, nel comune di Bussi sul Tirino, che causano anche l’inquinamento del mare nel punto in cui essi sfociano. Questa drammatica situazione è dovuta all’insieme di molti fattori, quali lo scarico di sostanze tossiche delle fabbriche circostanti i fiumi (in particolare nel caso del Pescara, Sangro e Trigno), i prodotti chimici provenienti dall’agricoltura o a causa della presenza di discariche tossiche.
Un’altra particolarità, specialmente per i fiumi minori, è il regime quasi torrentizio, con fiumi ricchi d’acqua nei mesi piovosi e nevosi ma pressoché asciutti nei mesi di secca.
I laghi
Nella provincia di Chieti non vi sono grandi laghi naturali. Tuttavia vi sono due laghi artificiali, il lago di Bomba e il lago Sant’Angelo, costruiti sbarrando il corso rispettivamente dei fiumi Sangro e Aventino. Entrambi i fiumi vengono sfruttati per la produzione di energia idroelettrica che viene convogliata a Roma.
Il lago di Bomba è sito tra Villa Santa Maria e Bomba, nella valle del Sangro. Venne iniziato nel 1956 e completato nel 1962, considerato come un punto di riferimento dell’ingegneria idraulica. La diga in terra battuta di oltre 4 milioni di metri cubi rappresenta l’opera più grande mai costruita con questa tecnica in Europa. Vanta una lunghezza di 7 km, 1,5 km di larghezza e 57,50 metri di profondità, con una capacità di oltre quattro milioni di metri cubi d’acqua. Nel luglio 2009 vi si sono svolte le prove e le gare su acqua dei XVI Giochi del Mediterraneo.
Il lago Sant’Angelo, più comunemente detto lago di Casoli per il comune in cui è sito. Fu costruito nel 1958. Grazie al suo affluente, il fiume Aventino, nel lago giungono anche trote, cavedani, carpe, tinche e persici reali.
Un altro lago artificiale, di dimensioni minori, è il lago di Serranella, nella Riserva naturale controllata Lago di Serranella, tra i comuni di Casoli, Altino e Sant’Eusanio del Sangro. Costruito nel 1981 come bacino per l’irrigazione, il lago è diventato ben presto un ambiente umido di notevole interesse, fino a diventare nel 1990 Riserva naturale. Si trova alla confluenza del fiume Sangro con l’Aventino e con altri affluenti minori, quali il Gogna e il Pianello
La Majella
Il territorio della provincia teatina è caratterizzato dalla mole calcarea della Maiella, la seconda montagna più alta della catena degli Appennini (con i 2793 m. della sua vetta più elevata, il monte Amaro) dopo il Gran Sasso d’Italia. La sua orografia include 61 monti e 75 colline diversificate. Come la maggior parte dei massicci calcarei la Maiella è ricca di fenomeni carsici e di conseguenza, povera di acque superficiali. Le acque meteoriche infatti ricompaiono a valle, con sorgenti che talvolta raggiungono dimensioni poderose, come quelle del fiume Verde, a Fara San Martino. Nel versante orientale il massiccio è tagliato da gole e valloni, mentre ad occidente è piuttosto omogeneo e caratterizzato da una sola incisione, la Macchia di Caramanico.
Tratto alto e roccioso ad Ortona
Il Mar Adriatico bagna a nord-est le coste della provincia. Il litorale teatino possiede un nome particolare, Costa dei Trabocchi, per la presenza dei trabucchi, pittoresche macchine da pesca in legno, oggi diventate attrazione per turisti. Essa è una delle più diversificate della regione; vi si alternano tratti di spiaggia bassa e sabbiosa o di ciottolame a tratti alti e rocciosi che degradano sul mare. Partendo da nord, in corrispondenza di Francavilla al Mare vi si trova una lunga striscia di sabbia dorata, caratterizzata dall’alternarsi di piccoli tratti di spiaggia libera a una fitta rete di stabilimenti balneari. La spiaggia ortonese è unica nel suo genere per le numerose insenature che vi si trovano. Da San Vito Chietino poi fino a Torino di Sangro, passando per Rocca San Giovanni e Fossacesia, la spiaggia si presenta stretta e prevalentemente a ciottoli, con tratti a sabbia. La località più famosa di questa zona è il lido Le Morge. Da Casalbordino a Vasto e San Salvo invece la fascia costiera è prevalentemente più larga e sabbiosa.
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