La Provincia di Genova venne istituita dal Decreto Rattazzi del 1859; divenne operativa dal 1º marzo 1860 con la nomina a presidente provinciale dell’avvocato Antonio Caveri.Fonte dal sito della Provincia di Genova-sezione archivio storico
La provincia era suddivisa in 5 circondari, da ovest ad est Albenga, Savona, Genova, Chiavari e Levante. Più o meno la suddivisione del territorio corrispondeva a quella della Repubblica di Genova, decaduta dopo la Campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte sul finire del XVIII secolo con l’istituzione della Repubblica Ligure nel Primo Impero francese e il successivo passaggio nel Regno di Sardegna.
Nel 1880 cedette alla provincia di Alessandria il comune di Pareto.
Il 27 aprile 1875 il re Vittorio Emanuele II, mediante decreto reale, ufficializzò il nuovo stemma provinciale. Lo stemma venne nuovamente modificato, nel 1933, con l’avvento del Fascismo aggiungendo a destra il fascio littorio, simbolo del neo stato fascista.
Nei nuovi confini provinciali rientrarono molti comuni che oggi fanno parte di altre province confinanti. Ad ovest Laigueglia e Andora rappresentavano il confine con la provincia di Porto Maurizio (oggi entrambi nella provincia di Savona), ad est Castelnuovo Magra, Sarzana e Santo Stefano di Magra confinavano con la provincia di Massa-Carrara, annessi poi nella provincia della Spezia.
Molti comuni persero però ogni legame politico con la provincia genovese (Bosio, Carrosio, Fraconalto, Gavi Ligure, Novi Ligure, Rocchetta Ligure, Vignole Borbera, Voltaggio e tutto l’Oltregiogo e la val Borbera che formerà la provincia di Novi) a causa dell’istituzione della provincia di Alessandria per decreto legge del ministro Urbano Rattazzi (Decreto Rattazzi). Ciò causò un’aspra polemica tra le due amministrazioni provinciali, registrando anche tra gli abitanti dei comuni neo alessandrini malumori e scontenti<. Secondo la provincia di Genova il passaggio di amministrazione fu una scelta sbagliata a causa dei legami ed eventi storici che hanno sempre legato i comuni confinanti dapprima con la Repubblica di Genova (Circondario di Novi) e con il capoluogo genovese poi.
Addirittura la stessa Deputazione di Alessandria nel 1909, sollecitata dal Mandamento di Gavi, espresse il suo parere favorevole alla ricongiunzione dei comuni nell’amministrazione provinciale genovese, ma una riunione provinciale smorzò la richiesta di Gavi Ligure e del suo circondario. Un decreto legge datato 8 luglio 1923 stabilì il passaggio alla provincia di Genova dei comuni di Fascia, Fontanigorda, Gorreto, Rondanina e Rovegno, già appartenenti al disciolto circondario di Bobbio della provincia di Pavia. L’episodio alimentò la speranza dei comuni alessandrini di una rapida annessione alla provincia genovese. Su iniziativa dei deputati di Genova venne presentata al Parlamento una proposta di legge con oggetto la riannessione dei comuni perduti nella provincia di Alessandria. La legge venne giudicata favorevole dalle Camere, con larga maggioranza a votazione palese, ma giunti alle fasi finali della reale approvazione il segretario del Partito Fascista di Alessandria con il presidente provinciale e i podestà telegrafarono al segretario fascista della sezione di Roma per risolvere la questione “in qualsiasi modo”. La richiesta venne ben presto esaudita e, con mezzi poco democratici, le urne per la votazione della pratica sparirono dall’aula impedendone di fatto la votazione. I comuni alessandrini non presentarono in seguito altre obiezioni, scegliendo di restare sotto giurisdizione piemontese.
Ulteriori cambiamenti e passaggi di amministrazioni provinciali si ebbero sia nel levante ligure che nell’estremo ponente genovese. Il regio decreto del 2 settembre 1923 stabilì la cessione di 30 comuni del Mandamento di Chiavari nella nuova provincia della Spezia, mentre il 15 novembre dello stesso anno il comune di Capraia Isola rientrò nei nuovi confini della provincia di Livorno.
Nel ponente ligure il regio decreto del 2 gennaio 1927 decretò il passaggio degli 87 comuni dei circondari di Savona e Albenga nella neo costituita provincia di Savona. Nello stesso decreto si stabilì il passaggio di Cogoleto in quella genovese che risultò così, alla fine del 1927, dai nuovi ordinamenti, con una superficie di 1.787 km² ed una popolazione di 762.323 residenti in 85 comuni.
Nel 1928 l’unione territoriale dei comuni di Bogliasco con Pieve Ligure (ad oggi due comuni distinti), Sori con Canepa e il passaggio dei 19 comuni genovesi nella Grande Genova modificò ulteriormente l’ordinamento comunale della provincia in 64 comuni. Le ultime modifiche risalgono al 1932 (passaggio di Urbe in Provincia di Savona) e al 1946 (istituzione del comune di Pieve Ligure), lasciando i confini geografici – ad ovest da Cogoleto e ad est da Moneglia – definitivamente tracciati.
Il 31 dicembre 2014 l’ente provinciale genovese è stato definitivamente soppresso per l’istituzione di Genova quale città metropolitana, i cui confini coincidono con la vecchia Provincia di Genova.
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