I confini ufficiali e l’autonomia amministrativa della provincia di Ragusa sono stati definiti nel 1927, durante il fascismo dal conte Enrico Ucchino.
Il territorio provinciale corrisponde grosso modo all’antica Contea di Modica, nata il 25 marzo 1296, quando Federico III di Aragona conferì la concessione a Manfredi Chiaramonte, investendolo del titolo di conte di Modica e signore di Ragusa, Caccamo, Scicli, Gulfi, Pozzallo e Spaccaforno.
In seguito il feudo dei Chiaramonte divenne un’entità amministrativa del tutto autonoma rispetto al Regno di Sicilia: aveva tribunali con tre gradi di giudizio (compreso quello delle II Appellazioni, che non esisteva neppure a Palermo), un governatore, amministratori per le singole “università” (cioè gli attuali comuni) e forze di polizia municipale e comitale. Rispetto al territorio della provincia moderna quello del feudo includeva i comuni di Acate (detta Biscari fino al 1930), Comiso, Ispica e Santa Croce Camerina nel periodo dal 1392 al 1457, essendo Conti Bernat Cabrera e suo figlio Giovanni Bernardo. Quest’ultimo, a causa di un debito di 60.000 fiorini, fu costretto ad alienare alcuni feudi per far cassa. Fu così che, fra il 1453 e il 1457, Comiso fu ceduta ai Naselli, Giarratana ai Settimo, Ispica ai Caruso-Statella, Santa Croce al modicano Pietro Celestre, Acate ai Paternò-Castello. Per lungo tempo, invece, il feudo comprese anche Caccamo, Calatafimi e Alcamo, città della Sicilia occidentale, queste ultime due fino all’annessione al regio demanio, avvenuta nel 1802, delle terre della Contea di Modica.
Con l’istituzione delle province borboniche nel 1817, il territorio fece parte della Provincia di Noto che con il Regno d’Italia, nel 1865, divenne provincia di Siracusa.
Nel 1927, in seguito all’attività politica di Filippo Pennavaria, (esponente locale di rilievo del fascismo), Ragusa venne eretta a capoluogo della provincia istituita a scapito delle aspirazioni di Modica, che per seicento anni era stata la quarta città della Sicilia, per importanza e popolazione, dopo Palermo, Catania e Messina. All’atto dell’istituzione della provincia Ragusa aveva una popolazione di poco inferiore a quella di Modica ed era divenuta un importante centro industriale ed economico.
Durante la Seconda guerra mondiale la vita della provincia venne scossa dai bombardamenti alleati, a partire dal 1942 e per tutto il 1943, anche a causa della presenza di vari aeroporti militari (Comiso, Vizzini e Gela), dalle cui piste partivano i cacciabombardieri dell’Asse. Nel luglio 1943 la provincia fu uno dei teatri dello Sbarco in Sicilia degli Alleati.
Con lo Statuto speciale siciliano del 1946 furono soppresse le provincie siciliane. Furono ricostituite nel 1963, recependo la normativa nazionale e furono trasformate in “provincie regionali” nel 1986.
Il 28 marzo 2014 è stata prevista la soppressione delle 9 provincie regionali, sostituite temporaneamente da nove “Liberi Consorzi comunali” e 3 aree metropolitane in seguito all’entrata in vigore della legge approvata dall’Assemblea Regionale Siciliana il 12 marzo 2014. Una ulteriore legge regionale disciplinerà compiti e funzioni di questi nuovi enti, mentre ogni provincia è, nel frattempo, retta da un commissario straordinario nominato dalla giunta regionale..
Simboli
Il primo stemma della Provincia venne concesso con regio decreto del 17 aprile 1930 e lettere patenti del 15 febbraio 1932:
« d’azzurro, alla banda scaccata di due file d’argento, e di rosso, il tutto caricato di un’aquila dal volo abbassato, rivolta con la testa a destra, tenente fra gli artigli un fascio littorio d’oro e sormontata da una stella, il tutto d’oro »
insieme ad esso venne concesso un gonfalone consistente in un “drappo di azzurro”.
Successivamente alla caduta del Fascismo dallo stemma venne eliminato il fascio littorio. Lo stemma e il gonfalone vengono così descritti nell’articolo 4 dello Statuto provinciale:
« scudo araldico inquadrato con fondo azzurro, banda scaccata di due file d’argento e di rosso caricata da un’aquila dal volo abbassato rivolta con la testa a destra, tenente fra gli artigli una corona di alloro e quercia nastrata in rosso.La testa dell’aquila è sormontata da una stella d’argento, a cinque punte.Lo scudo è fregiato dalla corona di Provincia
Il Gonfalone che misura cm. 87×195 è di tessuto raso in seta di colore azzurro bordato in oro; termina in tre bande, la centrale più lunga, rifinite con frangia dorata; al centro reca lo stemma, come descritto circondato da decoro a tralci di acanto ricamate in oro. Il Gonfalone come sopra descritto è sorretto da bastone lanciato e completo di due fiocchi che scendono lungo i lati. »
articolo precedente
articolo successivo