Dopo la dominazione austriaca, Verona torna alla Repubblica Veneta che l’acquista dopo un memorabile assedio e il pagamento di un grosso tributo di guerra.
Rientrata in possesso di Verona, Venezia la fortifica costruendo attorno alla città la spianata, abbattendo i sobborghi per il raggio di un miglio e costruendo al posto delle mura scaligere i possenti bastioni che si possono tuttora ammirare. Sulla Piazza delle Erbe è innalzata la grande colonna sostenente il leone alato di San Marco alla quale, per un certo periodo, si attribuisce il diritto di asilo per i debitori. L’epoca veneziana, nel complesso, fu per Verona un periodo di pace. Gli studi e le arti ne risentirono i benefici effetti. La pittura annovera tra i suoi cultori Paolo Caliari detto il Veronese; la scultura si arricchisce delle opere di Girolamo Campagna; le lettere sono tra l’altro coltivate da Giulio Cesare Becelli e da Scipione Maffei; nella medicina e nell’astronomia si distingue Girolamo Fracastoro che è tra i primi ad ammettere l’obliquità dell’eclittica terrestre e ad concepire la decomposizione del moto e che fu il fondatore della moderna patologia medica.
Testimoni dell’intensa rifioritura degli studi sono numerose istituzioni culturali, alcune ancora oggi vitali: la Biblioteca Civica, l’Accademia di Pittura e di Scultura, l’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere. In epoca veneziana nasce anche la prima fiera veronese, progenitrice della celeberrima Fiera dell’Agricoltura, che è la principale manifestazione veronese.